Oltre alla corsa, una delle mie passioni sono i libri. Qui troverete una piccola carrellata di tutti i titoli a cui ho accennato nel blog. Buona lettura!!
FULVIO MASSINI ::: Andiamo a correre
Tutti possono correre: non solo gli sportivi, ma anche chi è alle prime armi, chi non è più giovanissimo o si trova un po’ fuori forma. Fulvio Massini, da trent’anni allenatore di maratoneti, svela i segreti di questo meraviglioso sport: la tecnica, l’allenamento in base alla preparazione fisica e agli obiettivi, l’alimentazione più adatta e gli integratori più diffusi, l’abbigliamento e gli accessori, come evitare gli infortuni e come riprendersi se dovessero capitare. Ampio spazio è dedicato agli esercizi, tutti illustrati, da svolgere prima, dopo o in sostituzione alla corsa. Il libro è arricchito da capitoli dedicati in modo specifico alla donna, a chi è giovanissimo e a chi non lo è più. Con una scrittura chiara, da cui emerge l’esperienza e passione di Fulvio, il libro offre tutti gli strumenti per imparare a correre per stare bene. Prefazione di Linus.
Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l’odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l’autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l’orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l’austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
SUN TZU ::: L’arte della guerra
Il modo migliore per essere certi di vincere una guerra è assicurarsi la vittoria ancora prima di iniziare a combattere: questo è il principio fondante dell’Arte della guerra, con ogni probabilità il più antico manuale strategico della storia (VI secolo a.C.). Un obiettivo raggiungibile studiando i punti di forza e di debolezza dell’avversario, mantenendo la consapevolezza dei propri limiti ma anche la fiducia nella propria forza, sorprendendo continuamente il nemico. E, prima di ogni altra cosa, controllando le informazioni, perché grazie alla conoscenza il destino della battaglia può davvero essere scritto prima che lo scontro cominci. L’essenzialità del messaggio e l’efficacia del magistero di Sun Tzu hanno fatto dell’Arte della guerra un testo di culto per chiunque voglia raggiungere un obiettivo nella vita o nel lavoro, dal manager al generale, dallo sportivo all’artista.
TYFFANY WATT SMITH ::: Atlante delle emozioni umane
Siamo tutti in grado di riconoscere la differenza tra rabbia e paura, tra desiderio e invidia. Sappiamo anche che è meglio non confondere l’affetto con l’amore, il rimpianto con il rimorso, l’euforia con la felicità. Quello di cui non ci rendiamo conto, però, è che lo spettro delle emozioni umane è ancora più sfumato di così: esistono sensazioni che tutti noi abbiamo provato, stati d’animo molto precisi e inconfondibili, e a cui però spesso non abbiamo saputo dare un nome. Eppure in qualche angolo del mondo, in qualche lingua a noi ignota esiste una parola che li definisce: per esempio, solo gli inuit chiamano iktsuarpok il miscuglio di ansia, nervosismo, eccitazione e felicità che prova chi aspetta l’arrivo di ospiti a casa, o la risposta a una mail importante; per i finlandesi, kaukokaipuu è l’inspiegabile nostalgia per un posto dove non siamo mai stati; gli spagnoli chiamano vergüenza ajena l’imbarazzo empatico di chi assiste alle figuracce altrui. Tiffany Watt Smith attraversa storia, antropologia, scienza, arte, letteratura e musica in cerca delle espressioni con cui le culture di tutto il mondo hanno imparato a definire le proprie emozioni, e nel frattempo ci rivela come siano complesse e sorprendenti anche quelle che credevamo di conoscere bene. Di parola in parola veniamo risucchiati nel caleidoscopio di questo libro divertente, colto e curioso, metà enciclopedia e metà atlante, che mentre mappa le differenze affettive tra i popoli ci ricorda che proprio nell’universalità di ciò che proviamo ci scopriamo uguali.
CLAUDIA RAINVILLE ::: Ogni sintomo è un messaggio
Leggere i sintomi come messaggi del corpo. Una chiave semplice, fondata su un’enorme casistica, per comprendere cosa c’è dietro una malattia e guarire. Dal greco meta, “oltre”, la Metamedicina va ben oltre l’eliminazione del dolore e la scomparsa dei sintomi; non confligge con la medicina convenzionale ma si presenta come uno strumento complementare, a cui ricorrono ormai molti medici. 10 anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno fornito all’autrice il rigore e il metodo d’indagine e di analisi necessari per una ricerca durata a sua volta più di 25 anni, che ha preso le mosse dall’esperienza personale della malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e una quantità di operazioni) e dall’autoguarigione completa. I presupposti della Metamedicina, ossia la correlazione fra sintomo e causa profonda, sono oggi confermati dal vissuto personale di migliaia di uomini e donne. Se siete fra coloro che s’interrogano sul senso profondo della loro malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause ultime e dare il via ad un vero processo di autoguarigione.
MARCO VICHI ::: Nel più bel sogno
È la fine di aprile del 1968. Firenze, come il resto dell’Italia, è scossa dalle manifestazioni studentesche. I figli sono contro i padri, senza mediazioni né compromessi, ed è difficile capire dove stiano ragioni e torti, dove sia il male. Università occupate, scontri con le forze dell’ordine, battaglie tra studenti di destra e di sinistra, slogan impregnati di ideali: un vortice di sogni cozza contro una società ormai sorpassata che aveva creduto di durare in eterno.
Nonostante un certo disorientamento per il mondo che sta cambiando, Bordelli vive una sua primavera interiore. Il peso del passato sembra finalmente attenuarsi, e lui sente di poter affrontare le cose con più leggerezza. Anche la sua vita amorosa sta forse andando incontro a un mutamento inatteso…
Ma una giornata drammatica, una giornata di morte, costringe il commissario a confrontarsi con non pochi misteri. E quando tutto pare avviarsi verso la soluzione, in un paese vicino a Firenze un altro omicidio terribile getta il commissario nello sconforto. Non sa davvero se questa volta riuscirà a scoprire lo spietato assassino, che forse si cela dietro un macabro messaggio.
ALESSANDRO BARICCO ::: Novecento
Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Questo racconto, nato come monologo teatrale, è uscito per la prima volta nel 1994. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto il film “La leggenda del pianista sull’oceano”.
FERNANDO PESSOA ::: Il libro dell’inquietudine
Le centinaia di riflessioni del più celebre eteronimo dell’autore, Bernardo Soares, raccolte in maniera disordinata e “aperta”, in una sorta di “zibaldone”. Tragico, ironico, profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull’anima, ma anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le emozioni che osserva intorno e dentro di sé. Figura tragica e imprescindibile del nostro Novecento, Soares alias Pessoa scrive del proprio dolore con onestà e con una forza comunicativa che, nonostante l’incredibile delicatezza, riesce a tratti violenta e struggente. Soares il fragile, l’acuto, il silenzioso, abita la vita nei suoi toni più grigi, eppure l’ama come un vizio, come una droga, come una passione a cui non ci si può sottrarre, alla ricerca di un equilibrio perduto che, suo malgrado, non troverà.
FULVIO MASSINI ::: Tipi che corrono
«Finalmente ci sei riuscito. Bravo! Lo so, è stata dura per te, come per molti altri, vincere la pigrizia, quell’idea fissa che muoverti con le gambe sia solo una fatica inutile. Leggere le pagine di questo libro è il tuo primo successo, significa che ti sei deciso a “darti una mossa”.» È con queste parole che Fulvio Massini, il preparatore atletico più famoso d’Italia, accoglie il principiante – quello che ha appena cominciato a correre o che è passato alla corsa dopo aver fatto altri sport, che lo fa per piacere o per rimettersi in forma – e con la sua didattica chiara e mirata lo aiuta a muovere, letteralmente, i primi passi con le sue (nuove) scarpe da running. E la stessa attenzione la riserva anche all’amatore, quello che ha trasformato la corsa in un rito irrinunciabile: lo aiuta a individuare i suoi obiettivi e gli fornisce i mezzi di allenamento giusti per raggiungerli. E se il runner volesse fare un salto verso l’agonismo? Diventerebbe un evoluto – quello che non smetterebbe mai di correre, che si allena fino a 7 volte alla settimana – e Massini si dedica anche a lui, partendo dal concetto più importante: «Sei sempre in cerca del massimo risultato possibile, che dovrai ottenere senza perdere di vista i doveri della vita privata». Tre categorie, tre livelli, tre approcci alla corsa: c’è spazio per tutti in questo libro dove l’autore, forte dell’esperienza di una vita da runner e allenatore, aiuta ciascuno nella scelta dell’abbigliamento e delle scarpe, nell’impostazione dell’alimentazione, nell’organizzazione degli allenamenti, nella preparazione alla gara e anche nella gestione degli infortuni. Non mancano tabelle di allenamento aggiornate e tantissimi esercizi innovativi di potenziamento e flessibilità, oltre al rivoluzionario metodo VE.DI. per lo stretching. Perché «correre ti farà stare bene sia mentalmente sia fisicamente. Quei momenti di libertà che vivrai durante gli allenamenti o le gare ti daranno la forza per superare con più grinta le difficoltà della vita di tutti i giorni».
HARUKI MURAKAMI ::: L’arte di correre
Quando, nel 1981, Murakami chiuse Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e – poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e Murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine – di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in Grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L’esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell’arco di tre anni, “L’arte di correre” è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l’ormai sessantenne Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere – sostiene Murakami – è un’attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell’atto creativo, si determinano nell’animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato.
ALEXANDER DUMAS ::: Il Conte di Montecristo
Da capolavoro del romanzo popolare a capolavoro del romanzo: la storia della fortuna de “Il conte di Montecristo” si potrebbe condensare nella lenta caduta di un aggettivo. Fin dal suo primo apparire, in quella Francia degli anni Quaranta dell’Ottocento che era il più fervido e convulso laboratorio delle rivoluzioni europee, la storia dell’eroe borghese Edmond Dantès, eponimo della sfortuna e dell’ingiustizia, che si trasforma in spietato giustiziere, fu accolta dalle migliaia di avidi lettori di feuilleton come la più iperbolica incarnazione dello spirito del tempo. Un successo fulmineo, sancito dall’immediato passaggio all’edizione in volume e da un incredibile numero di ristampe e traduzioni. Ma fin da subito, quell’aggettivo, “popolare”, suonò, in tutta una parte della critica colta, come una netta discriminazione, se non come una condanna. Al contrario, il “Montecristo” deve oggi essere situato nel posto che merita: all’apice della più felice stagione del romanzo europeo. Condotta sul testo francese meticolosamente stabilito da Claude Schopp, questa edizione comprende, oltre alla prefazione di Schopp, un apparato di note al testo, nonché un dizionario dei personaggi e delle persone storiche e un Indice dei luoghi.
MASSIMO GRAMELLINI – CHIARA GAMBERALE ::: Avrò cura di te
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L’angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, sia possibile silenziare la testa e l’istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
Loveting! è la mappa dei bisogni umani nata dall’analisi di 127 archetipi dell’inconscio collettivo. Rivoluziona scopi e strategie del marketing alla luce dei bisogni dei nostri clienti ma, prima ancora, dei nostri bisogni personali di professionisti ed esseri umani. Una nuova geografia interiore dell’ardvertising, marketing e branding che scopre il paradigma del Marketing Transpersonale, dove i confini dell’identità individuale si allargano fino a comprendere gli altri, le comunità, il mondo, guidandoci verso obiettivi sempre più ampi e comunionali. Loveting! è un percorso interiore formato da 64 archetipi-base – spettro dei bisogni umani e gamma espressiva della capacità di amare – che vengono costellati in ulteriori 63 archetipi-bisogni, aggregati interiori sempre più ampi e profondi, dai quali affiora il più grande e importante, ma scarsamente riconosciuto e quindi ancora insoddisfatto: l’unione con gli altri. Creare, prima dentro di noi e poi dentro e fuori l’azienda, comunità prospere, giuste e felici emerge come guida per una costruttiva azione aziendale.
Già, una storia.
Avete mai pensato a quanto sia bello raccontare una storia? Una storia vera, una storia inventata, oppure semplicemente immaginata. Una storia, in buona sostanza. Qualcosa che gira nella tua testa per un attimo, per mesi, talvolta anche per anni. Qualcosa che rimane sospesa tra il cervello e la bocca, e che non trova una via di uscita. Finché un giorno, o anche una notte, esce. Scivola via da quel luogo indefinito in cui è rimasta chiusa per un attimo, per mesi, talvolta per anni, e finisce nella tua penna. E da lì su un foglio, o su un fazzoletto, su una busta, su una scatola di scarpe. Scivola.
E diventa qualcos’altro, diventa una tua storia. La mano scrive senza sosta, fregandosene del tempo, della forma, delle parole. Scrive. Così la trovi lì, su un foglio, o su fazzoletto, su una busta, su una scatola da scarpe. Non senti nemmeno il bisogno di rileggerla, di cambiare una virgola, di sostituire un aggettivo.
È bella così, la tua storia. Bella anche nella sua imperfezione. E così la lasci, aspettando che un giorno, o una notte, ci sia qualcuno a cui raccontarla.
Sono così, le mie storie. Qualcuna non ha un inizio, qualcuna non ha una fine, qualcuna non ha né un inizio né una fine. Qualcuna si. La cosa che le accomuna è che sono storie che fanno parte di storie più grandi. Sono storie frammenti di altre storie.
Ecco, frammenti.