…un Re! Diranno i miei piccoli lettori. No, non è un errore di grammatica. C’era un’aorta. Che per fortuna c’è ancora! Solo che è un po’ più ingrossata del normale!
Si, lo so. Sono andato troppo di corsa. Metaforicamente parlando. E’ che sono rimasto in stand by troppo tempo e vorrei recuperare il tempo perduto, anche se la fretta spesso è una cattiva consigliera…
E’ successo che mi hanno trovato un’ingrossamento dell’aorta. Ecografia, poi TAC, poi un paio di consulti cardiologici. Uno stop per ulteriori esami. Un test da sforzo al cicloergometro. E dopo un mese abbondante il responso: si può correre! L’operazione è rimandata. Certo che per un ipocondriaco come me è stato un mese abbastanza tosto, con questa spada di Damocle sulla testa, ma adesso è alle spalle. Nel frattempo è venuto fuori che ho dei noduli alla tiroide e che sono forme tumorali. Si tratta di capire con altri accertamenti se benigne o maligne. Nella peggiore delle ipotesi si opera anche se non dovrebbero esserci complicazioni ulteriori. Insomma, un periodo travagliato…
A questo ci aggiungerei un “travaglio” sentimentale che mi ha lasciato insonne per diverse notti e una contrattura al tibiale che mi ha tenuto fermo un’altra settiana e il quadro è completo!
Per fortuna ho avuto accanto amici veri e il peggio è alle spalle. E invece di stare qui a costruire alibi, ho pensato bene di trasformare tutto in energia positiva. La partenza è vicina, la forma sufficiente, il morale alto. L’obiettivo? Finire la maratona, fregandosene del tempo del cronometro e godersi i 42 km attraverso New York.
E chi se ne frega se a Marzo pensavo di correrla in 3 ore e 45. E chi se ne frega se in estate pensavo di poter stare comunque sotto le 4 ore. E chi se ne frega di tutta questa competitività. Il sogno è realizzare il sogno. E mettersi quella simbolica medaglia al collo. In Central Park. Nonostante tutto!