
Ad un certo punto ti trovi a guardare il tuo Garmin e vedi che stai andando bene. Ma proprio bene. Hai fatto il personale sui 5km alla GPRun, la VO2 max è a 47 (mai raggiunto!), la tabella di Fulvio la affronti con tanta energia e anche quelli che sembrano allenamenti tosti alla fine li superi di slancio. Eppure qualcosa non gira. La “catena” di destra, dalle dita del piede fino al ginocchio, fa le bizze. Edemi, dolori, disagi. Bisogna fermarsi, di nuovo, come alla fine di Gennaio. E un po’ di sconforto ti prende, mica sei un professionista! Stavolta però oltre al riposo serve un check-up. Prima con Chiara, poi con Fulvio. Che nel frattempo si parlano, si confrontano. “Come fare a portare questo vecchietto a New York senza che si riduca in cenere?” immagino sia stato il loro chiodo fisso della telefonata. In due giorni, mi visitano, mi fanno stare in piedi, con gli occhi aperti, con gli occhi chiusi, con le scarpe, senza scarpe, scalzo. Fulvio mi fa corricchiare prima in palestra, scalzo, poi mi porta fuori in cortile, ancora con gli abiti del lavoro. Una signora fa fatica a tenere un piccolo Yorkshire che mi abbaia incredulo a vedere un “bischero” così agghindato che va in su e giù sotto l’occhio attento del Prof!
Alla fine, nell’ordine, scopro che: le ultime tre dita del mio piede destro sono pigre, cioè non ne vogliono sapere di rispondere agli ordini del cervello (talvolta mi meraviglio delle parti di me che lo fanno…); il mio piede ha un appoggio neutro, anziché pronatore; la mia gamba destra ha problemi di aderenze e fatica a drenare; il ginocchio è infiammato dal tanto compensare gli altri membri della “catena”; secondo la medicina cinese all’origine di tutto, oltre alla simpatica testata di Numa, c’è un fegato che è sotto stress, impegnato nel trattenere le tante emozioni negative dell’ultimo periodo.
La tranquillità dei miei due Giganti mi rasserena. Poi arrivano le contromisure che, nell’ordine, sono: esercizi di mobilità dei piedi; cambio di scarpe; uso di calze compressive, ma non a fascia, complete; massaggi e pomate per il ginocchio; depurazione del fegato con erboristeria; assunzione di magnesio; elettrostimolazione per defaticare il polpaccio. Una roba che solo a scriverla son già stanco!
Però non si molla un metro (altrimenti mi tocca cambiare il sottotitolo e rischio di perderci giorni per trovarne un altro che mi piaccia!). Ogni giorno si seguono le istruzioni. La gamba sta molto meglio, l’edema è scomparso, le dita si stanno muovendo (anche se il mio gatto Mo mi guarda stranito quando faccio il piede palmato!). Solo il ginocchio ogni tanto punge ma sembra sulla buona strada…
Sabato ho provato di nuovo a correre ed è andata bene. Oggi mi sono fatto dieci chilometri scarsi ed è andata bene. Domenica si va nel senese, per la Monteriggioni-Siena, 19 chilometri sulle strade bianche della Francigena. Non si potrà strafare, e allora ho tirato giù i miei obiettivi.
- Divertirsi, sperando in una giornata di sole
- Godersi il percorso, e soprattutto l’arrivo in Piazza del Campo
- Non guardare il cronometro, ma ascoltare il corpo
- Avere qualcuno che mi segua in bici, con il quale fare una foto all’arrivo, sul tufo di una delle più belle piazze del mondo! (Ok, questo dovrebbe stare al primo punto…vedremo…)
Tranquilli, comunque, non si molla un metro!